Sfighe Native

Era lo sfigato del nostro gruppo.

Musicalmente non lo si poteva
discutere, un genio, un orecchio e una voce inimitabili.

Ma totalmente sfigato.

Con la sua cannottiera da nonno Felice,
gli occhiali spessi e i suoi modi di rapportarsi con le altre persone
completamente estranianti dalla realtà.

Sfigato cronico.

Una dote innata da una parte e una
sfiga enorme dall’altra.

Samuele non aveva alternative, era in
obbligo di sfruttare le sue doti musicali, anche se i conoscenti e le
persone intorno a lui lo additavano come l’idiota, lo stupido, il
coglione.

Un infanzia e un adolescenza segnata da
questo fatto.

Preso per i fondelli da una vita…..ma
Samuele era ormai abituato, era una parte del suo DNA, essere preso
per il culo non gli pesava, perchè ormai gli sembrava una cosa
dovuta, una cosa buona e giusta.

Non seppe mai sfruttare le sue doti
nascoste, perchè in fondo aveva scordato di averle.

Malintesi Pericolosi

Non era stato molto chiaro durante
l’ultima telefonata intercorsa tra noi due, e io chiaramente avevo
capito fischi per fiaschi.

Lui era il boss, io il sicario.

Nulla era perduto, in fondo non avevo
ancora ammazzato nessuno, avevo semplicemente frantumato le ossa a
Rodrigo, invece che a Rodriguez.

Il problema principale era che avevo
fatto saltare l’accordo di fratellanza con il clan dei Barbareschi,
che a loro volta erano alleati con i Cavalesi, amici dei Torniaci e
dei Filibustieri.

Ed ora tutti volevano mangiarmi le
palle.

Ripeto, non avevo mica ucciso nessuno,
solamente una scriccatina d’ossa al tipo sbagliato.

Mi erano alle calcagna e ogni mattina
mi svegliavo con il lezzo della mia merda liquida sparsa all’interno
delle mie mutande.

Avrei potuto cogliere l’occasione per
dileguarmi e non tornare più, ma chi avrebbe salvaguardato il mio
canarino Titti?

Decisi di restare e capii solo molti
anni dopo che fu un brutto errore……

Dopo avermi asportato entrambe le
sacche scrotali mi legarono sanguinante in cucina, proprio di fronte
alla gabbia del mio adorato Titti, che allegramente si stava nutrendo
delle mie palle macinate.