Odissea Italiana

Seconda classe: Sedili e maniglie unte, bambini urlanti, giovani dai mille colori con lo spinello in bocca e la gazzetta tra le mani.

Adidas predator slacciate e senza più piedi all’interno.

Calze calvin klein, misura 43, di colore nero, con all’interno alluci sudati odoranti di noccioline tostate e poi schiacciate, appoggiate senza ritegno sul sedile color azzurro mare.

Belle ragazze con valigia appresso.

Tugnini, zingari, gente che ascolta musica sorda, tambureggiante. Drum’n Bass.

Soldi nelle tasche, vestiti fuori moda e abiti belli, puliti e profumati, miscuglio di razze, il rumore metallico delle ruote sulle rotaie.

Silenzio e rumore. Stress.

E, tutt’intorno gente di seconda classe.

Piedi di Piombo

Piedi.

Piedi dentro scarpe, che affondano acceleratori.

Crostate all’albicocca, gettate con non-curanza nel bidone dell’umido.

Necessità, bisogni.

Come faccio ad aumentare il fatturato?

Tasse.

La metà lo do allo staff, l’altra metà la uso per comprare un IPhone oppure un armadio superaccessoriato.

Parole, conferenze, brainstorming.

L’accesso a tutto.

Spendi, compra, spara sull’uomo che caga.

E manda affanculo il prossimo, tanto è giusto così.

 

Mare Invernale

Nel gelido inverno, con il cielo terso e il vento da maestrale eccolo lì davanti: il mare.

Bianco, in movimento, sospinto dalla brezza tesa.

Sbuffi di schiuma bianca e silenzio.

Nella scena colori azzurro vivo e bianco latte scremato.

Tutto intorno la vita: uomini, gabbiani, cani.

Una vita persa, che non si osserva più, che si snobba per lavorare una vita intera senza gloria.

Vecchi al Porto

I vecchi parlano e discutono tra loro, si infervorano, s’incazzano, bestemmiano.

Come bestemmiano!

Poi dialetto e italiano, miscuglio di lingue.

I vecchi, con le mani giunte dietro la schiena, in sella ad una bicicletta, con una canna da pesca in mano.

Bestemmiando, incazzandosi e aspettando la morte.

Che tra un po’ arriva.

Vita (In una Giornata di Maggio)

Era una giornata di Maggio, o forse di Aprile…

In ogni caso una giornata Primaverile.

Con la marea bassa e il mare in Bonaccia…

io ancora non ho del tutto perso la faccia.

Metto in moto la mia carretta, con le gambe vado a manetta…

sono un maestro della Bicicletta.

Sotto casa è la mia gita, pedalando con bacino e vita…

sorrido pensando a quanto è bella la VITA!

Litanie di Morte

Realtà finocchie, colori sbiaditi, il sole non è più quello di tempo fa.

La risacca, anch’essa stanca e grigia brontola.

Sono passati i tempi gaudenti del passato, gli anni passano e tutto sbiadisce, come una foto dei nonni che ingiallisce impotente nel terzo cassetto dell’armadio di rovere del primo piano.

Sembra ci sia solo tristezza nell’aria.

C’è odore di cambiamento, ma è un odore stantio, come se questa volta il cambiamento fosse forzato, quasi dovuto.

Tutto quello che abbiamo intorno va avanti inerzialmente, con poco brio.

Il pescatore pesca nel fiume ma non prenderà niente, sa perfettamente anche lui che i pesci sono tutti morti.

Questa è la nostra fine.

Lenta, inesorabile, eterna.

Un macigno sul nostro cuore, una nebbia nella nostra anima.

Possiamo solo cantare sottovoce la nostra personale litania di morte.

Lieve, senza passione.

Morta già prima di essere cantata.

La nostalgia suprema è sotto i nostri occhi, possiamo anche illuderci, facendo finta di non vederla.

Ma siamo già morti.

Alchimia al Mare

Sono le 17.30 e quel gruppo di anziani è ancora spaparanzato
in spiaggia.

C’è il vento.

“Dai andate a mangiare!” penso in tono supplicante.

Ogni giorno questi tornano in albergo quando cantano i galli
e proprio oggi che c’è il vento restano qui!

Porca miseria…..

“Dai andate via…..” in fondo mi manca solo la chiusura della
spiaggia per essere libero, tra l’altro stasera ho l’appuntamento alle 20.00 in pizzeria, quindi
prima faccio meglio è…..

Però questi si devono scavare.

Fortunatamente il bagnino dove lavoro mi permette, in questo
momento d’attesa, di preparare la mia attrezzatura e armare il kite.

Passano i minuti, i vecchi iniziano piano piano a sloggiare,
ma a scaglioni e il vento è sempre lì.

Oggi avrei voglia di uscire, anche perché ieri non c’è l’ho fatta.

Poi finalmente il miracolo, tutti via da spiaggia,
chiudiamo!

Posso entrare nell’acqua, solo, col tramonto, turbinio di
colori, il vento mi trasporta.

Sento solo silenzio, pace e tranquillità.

Qualcuno mi guarda, io mi esprimo, sono nel mio habitat.

Bello, splendido; salto, ruoto, sono morbido nell’aria oggi.

Tolgo una mano dalla barra, ruoto ancora.

Continuo a planare, inizio a stendermi sull’acqua.

Dentro gli scogli la marea si è abbassata e il livello del
mare è al minimo, vicino a riva l’acqua è veramente poca.

Continuo a stendermi, sempre di più, sempre con la velocità
della trazione del kite, arrivo a toccare quasi la sabbia, entro in un altro
mondo, fatto di colore, pieno di colore.

Tutto è arancione.

E’ una sensazione di energia suprema.

Io e la natura tutt’intorno a me, un qualcosa di unico,
impossibile da spiegare.

Mi vien da piangere.

A Zonzo

Prendo la mia bici ed esco di casa.

Orgoglioso della mia due ruote blu comprata anni fa da “Mini” per la modica cifra di 300€, salgo in sella e inizio a pedalare.

Nelle tasche pochi euro, le chiavi di casa, il cellulare e tre preservativi, perché come insegna il mio amico Tosi:”….non si sa mai”.

Inizio a pedalare in direzione Torre Pedrera, ma con calma, nessuno mi corre dietro, né mi mette fretta.

Inizia a gocciolare un po’ e per qualche minuto mi tocca fermarmi sotto una tettoia per non rischiare di bagnarmi troppo.

Dopo la sosta rinizio a pedalare arrivando dopo qualche minuto al Mirage, chiacchero con i ragazzi del posto per una buona mezz’oretta e riparto, verso Riserba, ma senza una meta precisa.

Sono da solo, ma la cosa non mi pesa per niente, stasera non ho voglia di compagnia.

Arrivo a Viserba e inizio a cuor leggero un lento e armonioso zigzaghio per le strade della mia città, la mia mente è libera,non ho nessun problema a cui pensare, così inizio a pedalare con la testa alta, concentrandomi sui rumori e gli odori della mia città.

Mi accorgo così facendo che durante le innumerevoli volte nelle quali sono passato davanti ai soliti edifici, non ho mai posto attenzione ai nomi degli alberghi o al nome delle viuzze che fin da bambino ho percorso.

Un po’ superficiale, non è vero?

Le cose che si hanno sotto gli occhi sempre sono un dato di fatto, e per questo ogni volta che le rivediamo non le guardiamo con occhio attento, perché la nostra mente è talmente abituata a vederle in un certo modo, che non cerca dopo tanto tempo di trovarne nuovi particolari.

Continua a piovigginare,ma questa volta mi lascio bagnare felicemente odorando quell’aspro odore della pioggia sull’asfalto.

A volte lascio viaggiare la bici da sola, senza pedalare, il suono della catena che si ferma è meraviglioso, le ruote girano grazie all’inerzia del movimento, ho la mente libera.

Ho trovato un momento per me.

Stasera ho fatto proprio bene ad invitare fuori la mia inseparabile due ruote.

Il Treno

I viaggi in treno mi fanno pensare.

Non sono un pendolare, ma le poche volte che mi capita di
salire su un treno, ne assaporo l’atmosfera, mi piace il caos.

Finchè viaggia, il treno, produce un dolce trambusto che
agisce come sottofondo all’intreccio delle vite degli uomini.

In questo momento non riesco a concentrarmi sufficientemente
per leggere il libro che mi sono portato da casa, cosa posso inventarmi per
“ammazzare” il tempo?

Indirizzo lo sguardo fuori dal finestrino, immagini veloci
fluiscono sulla retina, pensieri…..bel tramonto, peccato che in primo piano ci
sia un IperCoop, dov’è la romanticità dell’evento?

Mi fisso sulle rotaie, a pensarci bene è proprio vero che
due rette parallele non si incroceranno mai.

<<Dove siamo?….>> I discorsi si intrecciano,
le vite si intersecano, chi torna da scuola, chi da lavoro ,ognuno voglioso di
ritornare a casa; le luci del giorno si affievoliscono, il buio prende il
sopravvento, cambia lo scenario, gente stanca….suona un cellulare….”Ma che
suoneria ha?” “Cosa avrà da ridere quello?” “Ma possibile che non si possa
togliere una suoneria?”

Falsi moralismi, siamo schiavi delle comodità!

C’è chi pensa al futuro, chi si siede sugli allori e chi
rivanga il passato.

Gioie e problemi si amalgamano in un crogiuolo di persone
così diverse ma in fondo così uguali tra loro.

Gente impreca, il treno è sporco, lo stress, la gente
produce stress….ma vivete la vita!

Sono pieno di energia.

Frenesia.

Ecco, fermi; la stazione, si sale e si scende, cambiano le
facce, cambiano gli accenti, l’atmosfera è la stessa, sempre più vicini a casa;
c’è chi c’è già arrivato, chi ha ancora strada da fare, ma non importa.

<<Ci vediamo lunedì>>

<<Alla prossima…..>>

<<Io scendo qui>>

Storie, incroci, destini.

Sto diventando un pensatore, la mia filosofia, sono attimi,
idee, pensieri e ….fermate.